pastafagioli

"Il primo della stirpe è legato a un albero e l'ultimo se lo stanno magiando le formiche"

lunedì, novembre 13, 2006

risottino con bietole e pecorino

Questo risotto è tipicamente stagionale, per farlo per 4 persone occorrono: 500 gr. di bietoline, 240 grdi riso per risotti, 200 gr.di pecorino romano ben tirato. Uno scalogno, un bicchierino d'olio. Brodo vegetale.
Mettete l'olio con lo scalogno tritato finemente in un tegame di terracotta o comunque adatto ai risotti.
fate rosolare un pochino ed aggiungete le bietole anch'esse tritate finemente insieme al riso, fate insaporire il tutto per 5 minuti e poi aggiungete il brodo un po alla volta continuando a mescolare, a cottura ultimata aggiungete il pecorino e spegnete il fuoco. Coprite e lasciate riposare per 5 minuti.
Poi mangiatelo pensando agli amici.

mercoledì, ottobre 04, 2006

una bionda sotto il ponte. Parte terza

Nella stanza c'è un caldo che non si respira, anche i vetri delle finestre non ne possono più, il fumo misto alla sporcizia ha lasciato una patina grigio giallastra sui vetri e sulle imposte. Le pale del vecchio ventilatore appeso al soffitto girano: flap, flap, ...flap. Irregolari. L'aria calda si sposta dall'alto verso il basso e di nuovo verso l'alto. L'afa è tale da togliere il respiro.

Una donna è stesa sul letto, una sigaretta in bocca, il petto si muove lentamente mentre respira piano, gli occhi semichiusi, mutande rosa, piccole.

Non si potrebbe dirla bella, non ora, non qui, ma ha qualcosa. Qualcosa di attraente. Driiin, il campanello della porta. Sobbalza, il respiro accelera, la cenere cade sulle lenzuola luride mentre lei, di scatto, si solleva. Scalza, lentamente apre. Non prima di aver sbirciato dallo spioncino. Una espressione di stupore e terrore si disegna lentamente sul suo viso. “Cosa vuoi, ora?”


Questo è il più in voga, capo. Chè?????? Non si capisce un cazzo in questa bolgia, Sarti parla più forte. DICEVO, CAPO, CHE QUESTO E' IL LOCALE PIU' IN VOGA IN QUESTO MOMENTO IN CITTA'!! Ahh, mi meraviglio che non ne ammazzino una al giorno di bionde, come cazzo fanno a stare qui dentro? Un pigia pigia infernale. Sarti! Punta il bancone, cerca di farti amico il barman. Ah, e ordinami un negroni. Poco ghiaccio, anzi niente ghiaccio.

In un posto come questo è impossibile pensare di non fumare.........NON FUMARE! Certo che la fauna femminile è, come dire, interessante e giovane. Troppo giovane.

Capo tenga. Grazie. Allora? Capo non ci crederà, ma il barman lo conosco, bene. In che senso, Sarti? Nel senso, capo, che lo conosco molto bene. Si chiama Diego Lacanna, qualche piccolo precedente, molto tempo fa. L'ho redento io! Ah! E in che modo? C'Ho avuto una storia, capo. E' stato il mio primo ragazzo. Ah bene. Le città piccole riservano grandi sorprese. Conosceva la Bionda? Si, capo, dice che la vedeva qui almeno due/tre volte la settimana, grande bevitrice dice, e non solo.

“Ovvero?” Sarti, qui non siamo a lascia o raddoppia dimmi tutto e dimmelo tutto insieme.Per favore.

Allora, Capo. Dice che la bionda cambiava spesso partner, normale di questi tempi, si direbbe, ma in realtà pare che i partner fossero sempre più vecchi di lei e sempre danarosi. Sarti, mi stai dicendo che faceva la squillo? Capo, è quello che dice Diego e se lo dice Diego è vero.


Insomma, mmm questo caffè fa schifo.......Montangero hai trovato qualcosa a casa della ragazza? Non granchè capo, l'unica cosa interessante sarebbe un computer portatile. Ah! E che vuol dire che “sarebbe” interessante? Vuol dire, capo, che non sappiamo ancora cosa c'è dentro perchè per accedervi c'è una password...e quindi l'ho consegnato alla Rossi in laboratorio e aspetto che loro riescano ad entraci. Ci vorranno un paio di giorni. Ed in tutta la stanza c'era solo 'sto computer? C'era anche un mazzo di chiavi, capo. Con due chiavi, Ma non sappiamo cosa aprono, sembrano chiavi di una casa: portone e portoncino blindato, ma nessuno sa di che casa siano.

Senti Montangero, qui le cose stanno prendendo una certa direzione: L'ex della Sarti – ma tu guarda – dice che la bionda faceva la squillo, tu hai trovato un computer e delle chiavi, il che, se si considera che il mezzo migliore, ormai, per contattare una squillo è internet e che le chiavi possono essere quelle dell'appartamento che Michela Cini usava per “lavoro” ci porta alla stessa conclusione.

Quindi capo, che facciamo? E..che facciamo Montangè? Cerchiamo i clienti. Proviamo a vedere se l'altra sera un cliente ha esagerato coi giochini. La Rossi che dice, la Bionda è stata sparata lì dove l'abbiamo trovata o ce l'hanno portata dopo? Dice che con tutta probabilità l'hanno ammazzata in un altro posto. Troppo poco sangue e cervello sul posto

E quindi, Montangero, bello di mamma, dobbiamo trovare: il posto dove riceveva – perchè potrebbero averla ammazzata lì - e l'ultimo cliente.

Per cui, prendi il Bartoli con te e andate al Tirreno, vediamo se la biondina pubblicava anche annunci sul giornale per trovare i clienti. Alla svelta, che il tempo passa, e noi non abbiamo ancora risolto una beata mazza....

Irene, mi chiami la Rossi al telefono, per piacere! Vediamo cosa ci ha trovato.
La Rossi al telefono, capo.
Ola, Rossi come stai stamattina? Di cacca ? Bene!

Da quando in qua ti interessa come sto? Al solito fai il gentile quando hai bisogno! Che vuoi sapere, grande Capo?

Vorrei sapere qualche cosina sulla bionda che s'è trovata sotto il ponte di mezzo. Per esempio aveva avuto rapporti sessuali di recente? Era fatta?
...ora non posso, Capo, e poi vuoi sapere troppe cose, mandami un fax, Appena posso ti rispondo.


Ti ho detto di stare calma. Nessuno mi ha visto venire qui e nessuno, sopratutto, sa che tu sei qui. ..


Quando gira veramente male, la pausa pranzo diventa fondamentale. Un buona pausa, in un buon ristorante permette alla mente livelli di astrazione difficilmente raggiungibili in altro modo. Allora, Rocco, che, c'è oggi di buono? Tutto dottore, qui si mangia sempre bene lo sa.
Fine della pubblicità Rocchino. Che mi porti? Oggi ho preparato dei calamari ripieni di pecorino che portano l'anima a spasso per il paradiso dottore, ci mettiamo una buona bottiglia di Dievole? E sia, Rocco, oggi ho bisogno di ristorare anima e mente.......l'applauso dopo il caffè.

pasta cacio e pepe


Qui ragazzi la cosa si fàpesante. Ci vogliono 300 gr. di pasta corta, 200 gr. di pecorino ben stagionato, pepe fresco in grani da macinare al momento, secondo gusto.

mettete su l'acqua della pasta, grattugiate il formaggio. Poi buttate la pasta, quando la pasta sarà arrivata a due minuti dal tempo di cottura mettetela in un tegame basso con il formaggio e un mezzo mestolino d'acqua di cottura, saltate la pasta per un paio di minuti il tempo che finendo la cottura, l'amido crei con il formaggio una specie di cremina. Tritateci dentro abbondante pepe e mangiate alla mia salute.
Per la pasta consiglierei i tagliarelli di trito del cavalier Cocco.

sabato, settembre 30, 2006

Una bionda sotto il ponte. Parte seconda

Insomma, capo, sempre in ritardo! Irene, non è il caso di infierire. Scusami per il ritardo, mi si è rotto il ferro da stiro ieri sera, ho passato la notte ad aggiustarlo. Tanto dormire, non se ne parla.Dovrei trovarmi una donna. Oppure sostituire la donna delle pulizie che mi ha abbandonato il mese scorso. Non riesco a decidere cosa sia meglio! Magari ricomincio a fumare.

Piuttosto la Sarti? Arriva in ritardo capo, stamattina sciopero dello scuolabus ha portato le figlie a scuola, una di qua ed una di là. In bicicletta.

Bhè! Dimmi un po' cos'hai raccolto sulla “bionda”? Perchè sai tutto di lei vero? Insomma, capo, quel che so è talmente normale che in realtà è come non sapessimo nulla: universitaria, esami nella media con risultati nella media, incensurata, ma quello già lo sapevamo da ieri sera, il padre è un buon professionista stimato da tutti, agiato. La mamma casalinga con hobby dello shopping e del Rotary, un fratello “artista” nel senso che dipinge e lavora come grafico pubblicitario free lance. Un fidanzato come lei, ovvero senza nessuna caratteristica da cui far partire un indagine.

L'unica cosa interessante, se si vuole, è che la ragazza era tornata appena una settimana fa da una vacanza a Seattle negli Stati Uniti. E come mai a Seattle? Non è il classico posto dove si va in vacanza? Pare ci sia un'amica di famiglia che lavora lì, capo, una tale Francesca Vitt, ho chiesto informazioni capo, più tardi l'aggiorno su questa Vitt.


Pare che le prime ventiquattro ore dopo un omicidio siano fondamentali per arrivare all'assassino. Qui la vedo male! O sovvertiamo le statistiche o qualcosa di grosso ci casca in testa entro breve e spero non sia un'altra tegola. Chiamami la Sarti al cellulare, ammesso che lo abbia acceso, a questo punto è inutile che venga qui, mandala direttamente dalla Rossi, all'obitorio. Vediamo se ci dice qualcosa su come è morta quella poveraccia. “Ecco! vedi la Sarti sarebbe la soluzione ideale al problema, antico, delle mie camice. Un bel didietro attaccato ad un bel cervello...la donna ideale, se non fosse già la donna di un'altro”. Il Montangero dov'è? E' andato a casa della bionda capo, dava un'occhiata alla camera da letto della ragazza, magari scova un diario, un computer insomma qualcosa da cui partire. Mi sta aumentando il mal di testa.


Ore 13 Ho mandato la Sarti a parlare con la portiera del condominio dove abitava Michela con tutta la famiglia. Sara Sburk, strano nome per una portiera, ma da dove viene? Pisana, capo. Da cinque generazioni, una rarità.

Che dice questa Sburk? Interessante, capo, dice un sacco di cattiverie sulla vittima, secondo la portiera la Michela non era quella santarellina che sembrava, dice che spesso rientrava tardissimo, sempre accompagnata da un uomo diverso e spesso sembrava sbronza. Lei la vedeva passare davanti alla guardiola perchè la notte, dice, lei non riesce a dormire ed allora stira (oh, guarda allora è un vizio). Beata lei, capo, io con due figlie, il lavoro ed il resto son sempre di corsa, costì al lavoro mi pare di riposarmi, e la notte dormo come un sasso. Stasera, Sarti, non dormi, lavoriamo. Si va in giro per locali, voglio sapere che vita faceva la biondona, prima di passare a miglior...vita. A proposito, tuo marito? Niente storie capo, il lavoro è lavoro.

Irene, chiami il Montangero, gli dica che domattina lo voglio qui a rapporto. Alle otto. Puntuale.


Un vero colpo. Vestito nero ed aderente come un guanto, tacchi di trentacinque centimetri, calze autoreggenti rossetto rosso inferno. La sarti ha una gemella.........e non me l'aveva mai detto. Sarti, sei uno schianto. Capo, se vogliamo scoprire qualcosa bisogna adeguarsi agli usi e costumi della fauna che incontreremo. Lei piuttosto sembra un poliziotto. Sarti, io sono un poliziotto.

Dimmi un po', mentre andiamo in centro. Cosa ti ha detto la Rossi? Morta per arresto cardiaco capo, causato da pistolettata, le mani dietro la schiena, però, dice la Rossi che gliele hanno legate dopo. Interessante. Cosa capo? La cosa delle mani. Allora non è stato un regolamento di conti, ma hanno cercato di farcela bere. Sarti. Stasera devi parlare con quelli che sanno tutto dei nottambuli. E chi sono, capo? I baristi, Sarti, i baristi sanno tutto di tutti, lo diceva sempre anche mio nonno.


moscardini alla diavola


Io lo uso come antipasto o comunque come piatto di una serie di piccoli piatti di pesce, quindi le quantità sono moderate.
Per quattro porzioni occorrono: tre etti di moscardini già puliti, uno spicchio d'aglio, un ciuffetto di prezzemolo, 4 cucchiai di olio d'olica, un peperoncino, un cucchiaio di concentrato di pomodoro, mezzo bicchiere di vino.
Mettete in una casseruola l'olio, l'aglio, il peperoncino e fate andare a fuoco vivace, quando l'aglio si sarà ben rosolato aggiungete i moscardini e rimestate con un cucchiaio di legno, dopo circa due minuti aggiungete il vino, e dopo altri due minuti aggiungete il concentrato, abbassate la fiamma al minimo e dopo averci messo un pizzico di sale coprite. Lasciate cuocere per 10 minuti e poi portate in tavola.

venerdì, settembre 29, 2006

Una bionda sotto il ponte parte prima


Anche questa nottata s'annuncia lunga. Se me l'avessero detto non avrei smesso di fumare. Sarà un caso ma da allora non riesco più a dormire decentement. La sigaretta come sonnifero. E' un'idea da sfruttare. Il tempo è notevolmente cambiato in pochi giorni. La primavera rantola, ma non muore. Non sopporto le perdite di tempo.
In più, ho un problema, si chiama Michela Cini, 25 anni, pisana da generazioni ed è morta. Male.
Sotto Ponte di mezzo un cadavere non se lo aspettava nessuno, non la sera di San Ranieri. Invece qualcuno ha regolato un conto. Un solo colpo di pistola, in bocca. Le mani legate dietro la schiena Sembrerebbe un regolamento di conti. Ma Lei aveva solo 25 anni. incensurata. Di che conti stiamo parlando?
Ahò, Bartoli, allora, me lo dai sto passaggio.? Qui, non ci si fà più nulla.
Che ne pensi capo? Brutta storia no? Qui c'è un omicidio ogni 10 anni e questa volta tocca a noi capirci qualcosa. Che te devo dì, è strano. Come se ci fossero omicidi ordinari. Senti un pò, ma la famiglia chi l'ha avvertita? Il Monta, capo. Lo sai Lui è portato, ci sa fare, trova sempre le parole.
Qualcuno ha visto o sentito qualcosa? macchè! qui nessuno ha visto o sentito nulla. La Rossi dice che la ragazza è morta da due tre ore, quindi proprio mentre c'erano i fuochi d'artificio, gran rumore e tutti con il naso all'insù. Nessuno ha visto nulla...dove si va? Andiamo a farci una birra e una schiacciatina dal Montino? Quanto chiacchiera sto ragazzo, almeno si capisse cosa dice. A volte farfuglia che ci vuole l'interprete. Me ne vado a casa Bartoli. Io sò vecchio e c'ho da stirarmi la camicia per domani. E farà caldo domani.
Una birra, una poltrona e il telefono. La notte di un poliziotto sfigato. E pensare che mi sono fatto trasferire in questo buco perchè non ne potevo più di morti ammazzati e dopo nemmeno due mesi che sono qui, mi ammazzano una bionda di 25 anni sotto un ponte neanche fosse la figlia di Al Capone.
Irene, sei sveglia? Scusami se ti chiamo a quest'ora. Hai sentito della bionda? Si! bene. Allora domani mattina alle otto mi fai trovare sulla scrivania tutto su questa Michela Cini, vita miracoli - che alla morte ci si pensa dopo- suoi e di tutta la sua famiglia..Lo so che devi lavorà di notte per trovà tutto. Ma poi c'avrai 10 anni per dormire, non ne ammazzano un'altra prima. Ah, già che tanto sei sveglia, chiama La Sarti, dille che la voglio vedere ale otto domattina e se ti dice che deve accompagnare le figlie a scuola dille di chiamargli un taxi a quelle figlie che c'hanno 32 anni l'una e ancora stanno là. Irene, non ti rimettere a dormire!! ci vediamo alle otto.

pollo al forno con pangrattato profumato


In tempi di aviaria il pollo è strasicuro ed anche meno costoso. Dunque l'ideale per questa ricetta è procurarsi: 4 sovracosce di pollo (ma vanno bene anche i fusi), 200 gr. di pangrattato, 1 uovo, una pizzico di salvia, uno di rosmarino, uno di nepetella, un pizzico di sale.
Mischiate le erbe al pangrattato, mentre a parte sbattete molto bene l'uovo.
Poi passate le sovracosce di pollo nell'uovo e poi nel pangrattato profumato con le erbe. Una volta impanata bene la carne disponetela in una pirofila ed infornate a 200 gr. per circa 40 minuti -controllate a vista-.
Servite caldo accompagnato con una insalatina di erbe miste.

lo dovevo fare per lui il mio mito

Giuseppe Cocco ama definirsi Artigiano Pastaio. E proprio di un grande artigiano si tratta. La sua storia di artigiano risale al 1916 quando suo padre Domenico, a soli 14 anni, inizio' a lavorare in un pastificio e ad apprendere dagli anziani mastri pastai tutti i segreti di questo antico mestiere. Tra questi segreti gli ingredienti per fare una buona pasta: il grano di montagna, l'acqua di sorgente, l'aria pura per l'essiccazione e la lavorazione. All'acqua provvede il fiume Verde, alimentato esclusivamente da sorgenti naturali, che possiede straordinarie caratteristiche organolettiche; il clima e' quello fresco e ventilato di Fara S. Martino che permette una perfetta essiccazione della pasta; infine una selezione attenta dei grani e tecniche di lavorazione artigianali (ancora oggi il pastificio utilizza antichi macchinari ricostruiti e rimessi in funzione subito dopo la guerra recuperandone i pezzi tra le macerie dei bombardamenti che avevano distrutto Fara) consentono al Cav. Giuseppe Cocco di ottenere una pasta che mantiene il sapore ed il gusto della pasta di una volta.
L'esperienza del Cav. Giuseppe Cocco accompagna tutte le fasi della lavorazione affinché tutte le qualità proteiche e nutritive della pasta rimangano intatte, insieme al gusto. Il Mastro Pastaio versa la semola di grano nell'impastatrice e, lentamente, aggiunge acqua purissima di sorgente, fino ad ottenere un impasto sodo e omogeneo.
Questo passa attraverso la trafila in bronzo, che assicura alla pasta la ruvidezza necessaria per esaltare il sapore dei sughi, e così nascono gli spaghetti.
Oppure la matassatrice del 1910 stende la sfoglia ed i suoi rulli in legno, come il matterello, la tirano fino allo spessore desiderato per formare le matasse.
Ora la pasta ha preso forma ed inizia la fase più difficile e delicata: l'essiccazione a temperatura naturale. E' anche da un'essiccazione accurata e studiata che dipende la qualità della pasta, le sue proprietà nutritive, la sua resistenza alla cottura.
Questa fase è affidata all'esperienza ed alla capacità del Mastro Pastaio il quale decide la disposizione della pasta sui telai di legno di faggio, la quantità di aria necessaria e sorveglia scrupolosamente gli essiccatoi statici.
Procedere con questi metodi, assolutamente artigianali e antichi, vuol dire impiegare più tempo e più spazio, vuol dire produrre piccole quantità di pasta. Ma vuol dire innanzitutto, mantenere il sapore ed il gusto della pasta di una volta.
La sfoglia di trito
A volte i contadini aggiungevano alla propria semola grezza anche quella parte di crusca che era stata scartata dai signori. Nasceva così la Sfoglia di Trito ancora più ricca di crusca rispetto alla Sfoglia Grezza.

fast pasta


Una pasta per cui occorre solo il tempo di cottura della medesima.
Questa ve la dico passo passo.
1. arrivi a casa di corsa, ti scappa la pipì, prima di andare in bagno metti l'acqua sul fuoco.
2. fai la pipì e lavati le mani.
3. metti il sale nell'acqua che prima te lo sei scordato
4. apri il frigo
5. prendi 2/3 pomodori
6. prendi una costina di sedano (con le foglie più piccole e tenere)
7. prendi un mazzettino di basilico
8. prendi un pezzettino -30 gr- di parmigiano
9. scegli la pasta e buttala
10. nel mixer metti tutto quel che hai preso insieme a 2 cucchiai d'olio di oliva
frulla grossolanamente e mettici pure un pizzico di sale -poco-

scola la pasta e condiscila con quel che hai nel mixer.
mangiala pensando a come è buono un piatto di pasta.
Se usi la pasta del cavalier Cocco...è meglio

lunedì, settembre 25, 2006

la pasta aglio e olio con il pane grattato


ordunque, tutti sapete cucinare una pasta aglio e olio. Io la faccio così:
tanto aglio scamiciato e messo insieme a all'olio (le quantità sono le vostre solite) ed in aggiunta mezzo bicchiere d'acqua. Mettete tutto insieme a fate cuocere a fuoco medio/basso.
Nel frattempo avrete messo su l'acqua per la pasta. Quando mancano circa 5 minuti alla cottura della pasta prendete un tegamino di quelli antiaderenti metteteci un cucchiaio di olio e ponete su fuoco vivace aggiungendo subito 1/2 etto di pangrattato fate andare rigirando continuamente il pan grattato con un cucchiaio di legno.
Quando diventerà ben colorito e vedrete alzarsi un fil di fumo dal tegamino (un fil)
spegnete e versate sulla pasta non appena l'avrete scolata e condita con l'olio e l'aglio.
Il peperoncino a piacere ed un po di prezzemolo tritato fresco concluderanno il lavoro.

domenica, settembre 24, 2006

Agota, che dono!




Biografia
Agota Kristof, nata a Scicvàud in Ungheria nel 1935, abbandona clandestinamente il suo paese nel 1956.
Si rifugia a Neuchatel, nella Svizzera francese dove trova lavoro in una fabbrica di orologi : "era un lavoro del tutto alienante", racconterà al termine di quell'esperienza durata cinque anni.
Scrive fin da giovanissima, dapprima in ungherese, poi in francese, cominciando con testi per il teatro.
Nell'87, pubblica il suo primo romanzo Le grand Chaier, a cui seguono Le previe (1988), e le Troisième menzogne (1991), che confluiranno in traduzione italiana ne La trilogia della città di K (Einaudi 1998).
Questi tre brevi romanzi, che la rendono celebre in tutto il mondo, raccontano con stile scabro e impietoso, di scenari cupi e minacciosi dell'Europa dell'Est, sospesi tra la guerra e la pace : "non è stato facile riportare alla luce i ricordi spiacevoli del passato. Non riesco a rileggere i miei libri mi fanno troppo male, forse perché assomiglio troppo alla mia scrittura secca, negativa, senza speranza".
Dall'ultimo romanzo Hier, Ieri, (1995), è stato tratto il film di Silvio Soldini, Brucio nel vento (2001).

Hanno scritto di lei:

"Una prosa di perfetta, innaturale secchezza, una prosa che ha l'andatura di una marionetta omicida".
Giorgio Manganelli

"Favola nera dove tutto è reso veloce ed essenziale da una scrittura limpida e asciutta che non lascia spazio alle divagazioni".
Rosetta Loy

"E' questa radicalità la grandezza della Kristof, che guarda e spiega il mondo con gli occhi e le parole di un bambino, ma di un bambino cattivo".
Sandra Petrignani, "Panorama"

ossobuco


Dunque. Nell'invitarvi tutti a postare le vostre ricette, i commenti e quant'altro vogliate (li pubblicherò). Vi "allungo" un'altra ricettina..facile facile ma decisamente gustosa per le serate invernali di 4 persone.
Vi occorrono: 2 ossobuchi (ossibuchi, ossibucati?) di vitellone (dunque grossi)
1 carota, 1 cipolla, una costa di sedano con le foglie, 250 gr. di pelati o 1/2 litro di polpa di pomodoro, una foglia d'alloro, un tegame di terracotta o coccio abbastanza capiente da contenere i due ossobuchi distesi.
Tagliate la pelle che sta intorno all'ossobuco - in modo che la carne cuocendo non si chiuda- poi distendete la carne nel tegame, insieme a 3 cucchiai d'olio, la carota, il sedano e la cipolla tutti tagliati a pezzetti,i pelati,aggiungete un pizzico di sale -poi a cottura avviata aggiusterete di sale- e la foglia d'alloro? metteteci anche quella.
Coprite e cucete a fuoco moderatissimo per 90 minuti.
nel frattempo potete leggervi un libro..suggerirei " La trilogia della città K" di Agota Kristoff.....ci vogliono ben più di 90 minuti ma è tempo speso bene.

giovedì, settembre 21, 2006

Pizz' e ffuje

Ecco, la ricetta di un piatto che piace moltissimo alla mia compagna e quindi la pubblichiamo. Ai miei amici dico, chiedetemela e ve la faccio provare.

(Focaccia di farina di mais e verdura)

Ingredienti:
VERDURE VARIE DI STAGIONE (indivia, cicoria, bietola, lattuga, cavolo cappuccio, nero o bianco, cascegno);
PATATE;
OLIO;
SALE;
FARINA DI GRANOTURCO.

Preparazione:
Lessare le verdure assieme alle patate sbucciate e a grossi dischetti; scolare le verdure e condire con soffritto di aglio, peperoncino e sale. Si prepara in anticipo, richiedendo essa maggior tempo di cottura, la pizza di granoturco: impasto di farina gialla con acqua bollente servendosi per questa operazione di raschiatore, un'apposita paletta, un rastrello in miniatura, in ferro. Modellata la torta, la pizza e' posta a cuocere sotto la brace ardente, protetta dal coppo (il tipico utensile in ferro della cucina tradizionale abruzzese), sul piano del focolare. Si prende la pizza non eccessivamente croccante (ciavula-ciavula: friabile e ben cotta) e si frantuma nella verdura gia' condita e messa in una grossa scodella di coccio o di ferrofuso (la cucchiare) in legno. Si serve caldissima.
La minestra avanzata si riscalda in padella con altro olio. In questo caso essa prende il nome di li mijicalle (letteralmente, le briciole o molliche).

Guido dice di stare a casa e leggere un libro


Vi suggerirei, Edward Bunker:" Educazione di una canaglia" Einuadi stile libero. La forza e la ferocia della vita in un mondo che non è, ma avrebbe potuto essere il nostro.
Buon libro

sono un sub, si vede?

prima della pasta e ceci, ci si rilassa con un tuffo nel blu..volando fra i pesci. La calma....

la pasta e ceci con il sedano e la salsiccia


In onore degli amici che mi chiedono ricette più "contadine". precisiamo che tutte le ricette che sono qui, sono a loro modo originali nel senso che sono frutto della mia immaginazione o della rivisitazione di cose lette o assaggiate. In ogni caso, ogni ricetta viene prima "provata" e poi scritta qui. Questo è un piatto unico.
Servono, per le solite 4 persone che a quest'ora saranno ingrassate,
1 salsiccia
2 etti di carne macinata
2 etti di ceci lessati (se ve ki fate da voi è meglio della scatoletta)
2 etti di tagliatelle all'uovo
una costina di sedano (con il ciuffo di foglie della cima)
1/2 carota
1/2 cipolla bianca
1 ciuffetto di rosmarino
1/2 bicchiere d'olio

Mettete nella solita casseruola di terracotta (oh compratene una!!) la cipolla tagliata fine, la carota a pezzetti piccoli, il sedano - comprese le foglie- tagliato anch'esso piccolo e fate soffriggere per poco con metà dell'olio(la cipolla non deve scurirsi) poi aggiungete la salsiccia che avrete aperto e sgranato e la carne macinata. Fate cuocere bene la carne macinata. Quando la carne è cotta aggiungete il rosmarino ed un mestolo dell'acqua di cottura della pasta (che spero nel frattempo abbiate messo a bollire)il "sugo" deve essere piuttosto liquido.
le tagliatelle fatele cuocere dopo averle "rotte" con le mani in modo da ottenere delle tagliatelline lunghe due centimetri -circa- .
Quando le tagliatelle sono a due minuti dal tempo di cottura scolatele e mettetele nel sugo insieme ad un altro mezzo mestolo di acqua di cottura. Aspettate che la pasta finisca di cuocere e portate in tavola dopo averci versato sopra a crudo il resto del mezzo bicchiere d'olio.

lunedì, settembre 18, 2006

macedonia al forno

facile facile ed utilissimo modo di utilizzare la frutta che ha cominciato a rovinarsi.
Qualsiasi tipo di frutta, eccetto l'anguria, va bene.
Vi servono: un limone, una stecca di cannella, 100 gr. di zucchero possibilmente di canna, 1 kg di frutta varia, mezzo bicchiere di Rhum.
Tagliate a pezzetti non troppo piccoli, per esempio una pesca media in 8 pezzi, la frutta. mettela in un contenitore insieme allo zucchero, il succo del limone, la cannella, il Rhum. Amalgamate il tutto e poi Adagiate la frutta su una pirofila che avrete avuto cura di foderare con carta da forno, infornate infine a 200 gradi per circa 25 minuti (meglio ancora se date un occhio al forno e la levate quando avrò assunto un bel colore ambra scuro.
Se avete una pallina di gelato alla vaniglia ci sta bene, ma non è fondamentale.

il mare

vediamoci un pochino di mare

il racconto per il baccalà

è via su questa ricetta ci mettiamo un raccontino digestivo. Se ci piace, questa cosa del racconto digestivo la facciamo spesso. Ditemelo.

domenica, settembre 17, 2006

baccalà antipasto e secondo


Mi piace cucinare con quel che ho nel frigo, come a tanti. Questa ricettina è venuta fuori così.
Dunque servono: circa 400 gr. di baccalà, un limone, olio d'oliva, 50 gr di parmigiano a scagliette.
Fate a fettine sottili il baccalà e disponetelo su un piatto, condite con olio d'oliva e spruzzateci sopra il succo del limone. Fate riposare per un'ora in frigo. Prima di servire disponete sul baccalà le scaglie di parmigiano. Non ve ne pentirete.
Come secondo vi darei una ricetta estiva ed una invernale.
Estiva. per 4 persone occorrono 600 gr di baccalà già ammollato e pronto (comunque quando lo cucino non ci metto mai sale), 2 peperoni arrostiti e fatti a filetti ( si possono arrostire in forno oppure sulla piastra), uno spicchio d'aglio, olio d'oliva, prezzemolo, peperoncino:
Fate arrostire il baccalà sulla piastra ben calda cuocendolo prima dalla parte della pelle, sfilettatelo fino a farne delle scagliette, mettete il baccalà in una zuppiera con l'aglio fatto a pezzettini piccoli, i peperoni fatti a filetti sottili, l'olio, il prezzemolo tritato sul momento e poi poco peperoncino. Mischiate il tutto e servite tiepido.
Invernale.
Ai peperoni freschi sostituite i peperoni secchi (si trovano dei peperoni rossi essiccati oppure li potete fare voi appendendo in luogo arieggiato ed asciutto dei peperoni rossi piccoli) per arrostirli passateli brevemente sulla fiamma del fornello fino a quando non sono diventati rosso scuri. Poi sbriciolateli unendoli al baccalà ed agli altri ingredienti.

agnello casc'eov'

Ogni ricetta ha un perchè, questa la cucino perchè sono abruzzese, comunque siccome mi piace metterci del mio, la mia ricetta è un po diversa dalle varie versioni tradizionali.
Per 4 persone vi occorrono circa 400 gr di agnello fatto a pezzetti, uno spicchio d'aglio, una foglia d'alloro, mezzo bicchiere di vino bianco, mezzo bicchiere d'olio di oliva, 2 etti di pecorino grattugiato, 2 uova, un tegame di terracotta (fondamentale).
Mettete nel tegame l'olio, l'aglio, l'alloro e fate scaldare, quando l'aglio ha preso colore toglietelo e disponete nel tegame i pezzi di agnello, fateli rosolore a fuoco vivo e poi (circa 5 minuti) sfumate con il vino. lasciando poi cuocere la carne per bene a fuoco basso. Nel frattempo sbattete le uova con il pecorino e magari una spolveratina di pepe. Quando la carne sarà cotta, spegnete il fuoco e versate nel tegame lo sbattuto di uova e pecorino, rigirando con un cucchiaio di legno in modo da far rapprendere le uova (che comunque devono restare leggermente umide). Servite subito nello stesso tegame di cottura.

tagliatelle con le bietole


tutto è cominciato perchè noi compriamo la verdura, fresca e biologica, da Gino (il contadino) una volta la settimana . A volte, siccome lui mette nel sacchetto quel che gli pare o meglio quel che il suo orto gli fornisce, dicevo a volte bisogna inventarsi qualcosa per utilizzare tutte e solo le verdure del sacchetto. Ieri avevo delle bietole. Le ho lessate (saranno state 400 gr.) insieme con 3 patate piccole. Poi ho mentre si cuocevano 1,5 etti di tagliatelle all'uovo ho infilato nel mixer (sempre utilissimo) due acciughe sotto'olio, uno spicchio d'aglio, un ciuffetto di prezzemolo ed ho frullato grossolanamente.
Quando le tagliatelle sono state pronte ci ho messo le bietole con patete e la salsina appena preparata. Mi è tutto parso molto buono, forse per merito delle verdure di Gino (il contadino).
Se nella vostra citta esistono i Gas (gruppi di acquisto solidale) magari un contadino (Gino) lo trovate anche voi. Alla mia famiglia il GAS ha cambiato il rapporto con il cibo.

sabato, settembre 16, 2006

le seppie

Le seppie

Zona di provenienza - Vengono pescate abbondantemente tutto l’anno nell’Adriatico e nel Mediterraneo.

Descrizione e preparazione - Mollusco dai lunghi tentacoli e dal caratteristico osso ellittico, detto penna o conchiglia. La seppia più pregiata è quella giovane, lunga 10-12 cm, dalla carne tenera e digeribile che cuoce in breve tempo. Gli esemplari adulti sono un po’ coriacei e richiedono una cottura piuttosto lunga. La preparazione è semplice: si tolgono gli occhi, si spella la testa, si elimina l'ossoe si asporta il sacchetto contenente l’inchiostro, che può essere utilizzato per insaporire e colorire di nero il sugo degli spaghetti o il brodo del risotto.

totani o seppie con ripieno di pecorino



Questa è una ricetta, per 4 persone, che è molto piaciuta alla mia amica Alice, che l'ha provata due giorni fa.
Dunque procuratevi delle seppie o anche dei totani, diciamo del peso di circa 200 gr cadauna, se non le trovate potete prendere una seppia molto grande (800/1000 gr) e poi una volta pronta tagliarla a fette e servirla, 300 gr. di pecorino romano bello stagionato e grattugiato, 2 uova, 2 spicchi d'aglio, un bel mazzetto di prezzemolo, un peperoncino, una confezione di pomodori pelati o se li avete 2 pomodori medi e maturi, unmezzo bicchiere di olio d'oliva, la mollica di un panino.
Pulite il pesce privandolo dei tentacoli e dell'interno e spellandolo, tagliate a piccoli pezzetti i tentacoli e metteteli in una casseruola (meglio se di terracotta) con uno spicchio d'aglio, e olio d'oliva lasciateli cuocere a fuoco medio. Intanto nel mixer amalgamate le uova, il pecorino grattugiato, del prezzemolo, e mollica di pane quanto basta per ottenere una crema piuttosto densa.
Con la crema farcite i totani o le seppie, chiudete con uno stuzzicadenti o cucite con del filo.
Mettete il pesce nella casseruola insieme con i tentacoli, aggiungete il pomodoro e coprite, e aspettate.